L’opera e Il Bellini

Era il 31 maggio 1890 quando a Catania avvenne l’inaugurazione del Teatro Massimo Vincenzo Bellini. L’evento fu celebrato con la rappresentazione di “Norma”, il capolavoro del grande compositore catanese al quale era stato intitolato il Teatro. Fu una grande serata vissuta intensamente, in una sala illuminata da tremolanti fiammelle di gas arancione a forma di farfalle, che contribuirono a rendere particolarmente suggestiva l’atmosfera. Dopo quella festosa e fastosa apertura, però, il decennio finale del secolo non fu per il Teatro particolarmente significativo sul piano della qualità delle messe in scena. La situazione migliorò nel primo decennio del Novecento, grazie all’intuito dell’impresario chiamato a gestire il Teatro, Giuseppe Cavallaro, e poi soprattutto con l’avvento dell’opera verista. “Tosca”, “Fedora”, “Andrea Chénier” furono le opere di maggiore successo fra quelle andate in scena al “Bellini” in quegli anni. Dopo il terremoto di Messina , a partire dal 1910, fu la volta di “Lohengrin” di Wagner e di “Loreley” di Catalani, “La dannazione di Faust” di Berlioz, “Thais” di Massenet, “Guglielmo Tell” di Rossini, “Isabeau” di Mascagni, “Werther” di Massenet. Non mancarono le opere belliniane: ancora “Norma” e poi “La sonnambula” e “I puritani”. Chiusa la triste parentesi della prima guerra mondiale, il “Bellini” rilanciò la propria attività nel 1918 con un cartellone di quattordici opere.
A gestire il Teatro era la Società anonima imprese teatrali, cui subentrerà, con l’avvento del fascismo, il Sindacato nazionale orchestrale fascista. Dal 1925 al 1934 calcarono le scene del Teatro catanese i maggiori cantanti dell’epoca. Nel 1931, per il centenario della prima esecuzione di “Norma”, debuttava in Italia il soprano spagnolo Fidelia Campigna che dopo aver cantato al “Bellini” fu scritturata dapprima dalla Scala e poi dall’Opera di Roma. Degne di nota: nel 1931, la messa in scena di “L’amico Fritz” di Mascagni con Ines Alfani Tellini e Alessandro Wesselowski; nel 1933, una edizione della verdiana “La traviata” interpretata da Mercedes Capsir e Lina Pagliughi , nel 1934 la “Carmen” di Bizet con Gianna Pederzini e nel 1935 di “Norma” con Gina Cigna, in occasione del centenario della morte di Bellini. Fu quello un periodo felice, ma nel 1936 il Teatro perdeva, a causa della poca lungimiranza degli amministratori del tempo, la possibilità, offerta da una legge appena emanata, di trasformarsi in ente lirico. Nel 1941, con l’Italia già in guerra, due opere da segnalare: “Don Pasquale” di Donizetti con Toti Dal Monte e la pucciniana “La bohème” con un tenore di grande futuro: Mario Del Monaco. Successivamente, il drammatico incalzare degli eventi bellici impose la chiusura del Teatro. Nel 1944 la ripresa delle rappresentazioni, che aprì un decennio segnato da presenze di assoluto valore. Solo per citare alcuni nomi: Ferruccio Tagliavini, Maria Caniglia, Beniamino Gigli, Gino Bechi, Renata Tebaldi. Nel 1951, per il 150° anniversario della nascita di Vincenzo Bellini, faceva la sua apparizione in “Norma” Maria Callas, che doppierà il successo l’anno dopo e nel ’53. Nel 1955 il “Bellini” ospitò, per l’inaugurazione della stagione, il neo eletto Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. In scena “I puritani”. Cambiava intanto la guida del Teatro, che veniva affidata all’Ente Musicale Catanese, organismo misto, pubblico e privato. Di quel periodo si ricordano importanti appuntamenti: “I dialoghi delle Carmelitane” (1959) che lo stesso autore, Poulenc, definì come la migliore messa in scena della sua opera; “Giovanna D’Arco al rogo” di Honegger (1960) con Vittorio Gassman attore e regista (la rappresentazione fu ripresa dalla Rai e trasmessa in TV); “Il cavaliere della Rosa” di Richard Strauss (1960); “L’incoronazione di Poppea” di Monteverdi in parte coprodotta con l’Opera di Dallas. Inoltre: il concerto di Igor Stravinski, che esibitosi all’indomani dell’assassinio di John Kennedy il 3 novembre del 1963, dedicò all’amico scomparso la sua performance; le gemelle Kessler, sempre nel 1963, “numero vivente” inserito nella “Vivì” di Franco Mannino. Nel 1966 la gestione del “Bellini” veniva assunta dal Comune di Catania, che debuttava in questo ruolo con una stagione il cui clou fu la belliniana “Beatrice di Tenda” diretta da Vittorio Gui, protagonista Raina Kabaivanska. “Prima ” al Bellini, nel 1970, di “Mosè” di Rossini, con Gavazzeni sul podio. Due anni dopo, lo stesso Gavazzeni diresse “I puritani” con la regia di Colonnello. Si succedevano frattanto vari direttori artistici. Nel 1975 Danilo Belardinelli propose una ricostruzione di “Zaira” di Bellini, opera che lo stesso musicista aveva utilizzato per comporre “Capuleti e Montecchi” . In quella che fu la prima edizione del secolo, “Zaira” venne proposta con la ricostruzione di Rubino Profeta, protagonisti Renata Scotto e Giorgio Casellato Lamberti. Una curiosità: dell’opera venne effettuata una registrazione pirata, utilizzata per la realizzazione di un disco che è ancora in circolazione. Di rilievo nel 1970, dopo anni non particolarmente significativi, l’opera “Anna Bolena” di Donizetti con Katia Ricciarelli al suo debutto catanese, e “Macbeth” di Verdi con Olivia Stapp e Kostas Paskalis. Ed ecco il 1986 quando, al termine di travagliate vicende politiche e sindacali che sortirono l’effetto di allontanare il pubblico dal teatro, il Teatro Massimo Bellini diventa, con legge della Regione Siciliana, Ente Autonomo Regionale. Al suo vertice, l’allora presidente della Regione Rino Nicolosi pone come commissario straordinario Francesco Paolo Busalacchi. La direzione artistica viene assunta da Maria Francesca Siciliani cui succederanno, nel 1989, Cesare Orselli e poi il compianto Spiros Argiris, cui si deve il pieno rilancio del Teatro. Il resto è storia dei nostri giorni.
Nel marzo 2002 la Regione siciliana dà il via alla trasformazione dell’Ente autonomo regionale Teatro Massimo Bellini in Fondazione. Chiamato a curarne l’iter fu l’allora sovrintendente del Teatro, Alberto Bombace, nominato commissario e scomparso nel settembre 2003. Nell’aprile 2007 l’Assemblea Regionale Siciliana ha riportato con apposita legge il “Bellini” a Ente Lirico Regionale. Attuale Direttore artistico è Fabrizio Carminati.