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Feb 17 2022
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“Una giornata” – di Luigi Pirandello

Una giornata (1935)

di Luigi Pirandello
musica Una giornata di Joe Schittino
interprete Ezio Donato
orchestra del Teatro Massimo Vincenzo Bellini diretta da Leonardo Catalanotto
adattamento teatrale e regia di Ezio Donato
riprese e montaggio Dario Grasso, Salvo Noto, Giorgio Raito e Giuliano Severini (webtv, Università di Catania)

Una giornata è una novella, scritta e pubblicata ne “Il Corriere della sera” nel  1935,  un anno prima della morte.  La novella darà poi il titolo alla quindicesima raccolta pubblicata postuma nel 1937 ed è l’ultima delle Novelle per un anno. Nello spazio di una giornata, il protagonista –  un uomo senza nome dietro cui si nasconde  lo stesso Pirandello – ripercorre la sua vita in uno smarrimento assoluto che lo rende sconosciuto a sé stesso e del tutto incapace di rendersi conto del passare del tempo. L’uomo, che arriva ad anticipare in sogno la propria morte, vedendosi violentemente strappato dalla vita, raffigurata in un treno in corsa nella notte. Ma è proprio grazie all’espulsione da questo treno che egli può vivere un’esperienza straordinaria e surreale, destinata a cambiare in lui la percezione delle cose. Così nello spazio contratto di una sola giornata, costui rivede tutta la sua parabola terrena scorrergli velocemente davanti, in un susseguirsi di immagini confuse.
In una visione tra l’onirico e la delirante allucinazione, l’uomo si ritrova in un luogo privo di spessore, fuori dal tempo e dallo spazio, di cui nel buio non riesce a discernere il nome. Nessuno sembra curarsi di lui e, infatti, il treno continua inesorabile la sua corsa notturna, così come il lanternino cieco del capostazione si allontana indifferente scomparendo nel buio. Sempre più smarrito e confuso il protagonista, pur senza sapere da dove fosse partito e a quale meta fosse diretto, con terrore si addentra all’alba nell’ignota città, dove tutti, invece, vanno tranquilli e sicuri per la loro strada. Alcuni passanti, che egli non ha mai visto prima, mostrano al contrario di riconoscerlo, salutandolo con riguardo.
Ormai penosamente consapevole della sua diversità, nel tentativo di far chiarezza, si cerca nelle tasche, trovandovi una vecchia bustina di cuoio contenente la fotografia di una bellissima ragazza e una banconota logora fuori corso. Recatosi in una trattoria, viene esortato dall’oste ad andare in banca per cambiare la preziosa banconota con altre correnti di piccolo taglio. In tal modo egli si ritrova improvvisamente ricco e viene condotto dall’autista con una grande automobile in una splendida casa, dove ad attenderlo c’è la giovane donna della fotografia.
La giornata si è ormai conclusa e all’alba del giorno successivo il protagonista si ritrova già vecchio e solo nella fredda dimora, che continua a sentire come estranea. Mentre prende atto dell’assoluta brevità della vita, per lui trascorsa nel soffio di un attimo, sopraggiungono frattanto i suoi figli e nipoti, anche loro vittime di un rapido invecchiamento, a riprova di quanto sia labile ed effimera l’esistenza. Nel rivivere l’intera sua vita, con tutte le incertezze, le illusioni, i successi e le delusioni che l’hanno caratterizzata, l’autore giunge così infine a denunciare l’inesorabile scorrere del tempo che trasforma e sfigura ogni cosa, rendendola irriconoscibile.

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