Recital in ricordo di Dora Musumeci
Gershwin Quintet
Letizia Ragazzini
saxofono soprano e flauto traverso
Mariella Donnaloia
saxofono contralto
Isabella Fabbri
saxofono tenore
Alessia Berra
saxofono baritono
Maria Giulia Cester
pianoforte
OMAGGIO A DORA MUSUMECI: COSÌ IL TEATRO MASSIMO BELLINI DI CATANIA FESTEGGIA LE DONNE E L’8 MARZO
CATANIA -L’8 marzo anche il Teatro Massimo Bellini rende un duplice, inedito tributo alle donne. Da una parte guarda al passato e ricorda Dora Musumeci (Catania, 1934 – 2004), pianista e compositrice, prima interprete femminile ad affrontare il repertorio jazz sulle scene musicali italiane. A lei è dedicato il recital al contempo affidato ad un ensemble tutto al femminile, il Gershwin Quintet, che si esibirà appunto giovedì 8 marzo alle ore 20.30 nell’ambito della stagione concertistica.
Figlia d’arte (il padre, Salvatore, era professore d’orchestra al Bellini), Dora Musumeci affronta rigorosi studi musicali al Conservatorio di San Pietro a Majella a Napoli, prima di conquistare la ribalta internazionale, giovanissima, quando «Musica Jazz» ne celebra le incandescenti prodezze pianistiche e le strepitose capacità improvvisative. Nel 1956, forte di prestigiose collaborazioni con artisti del calibro di Lionel Hampton e Dizzy Gillespie, incide il suo primo disco per la Cetra, che la incorona Regina dello swing, come trionfalmente recita il titolo. Non solo (ma anche) classico, dunque, è il repertorio che propone nelle sale da concerto di tutto il mondo ma anche in locali dove la generazione del boom postbellico scopre la musica che proviene dagli Stati Uniti, e che l’arte di Dora Musumeci contribuisce ad acclimatare in Italia, infervorando il pubblico che la segue entusiasta.
Tra gli altri musicisti, contribuisce a far conoscere l’opera di George Gershwin, sdoganato negli anni che seguono la Liberazione. Per questo il Bellini ne ripercorre l’avvincente parabola artistica affidando i suoi più celebri titoli a una formazione di sole donne, il Gershwin Quintet, da anni impegnato per far conoscere i due aspetti che concorrono a definire l’inafferrabile identità del compositore statunitense: da una parte il pianista, abile improvvisatore di melodie jazz, dall’altro il creatore che da sempre aveva cercato di accreditarsi agli occhi degli autori di musica colta europea. Musicista assai prolifico di songs di grande successo, destinati a trionfare sulle scene di Broadway come a diventare colonna sonora di indimenticabili successi cinematografici, Gershwin verrà idealmente riscoperto attraverso un programma che culmina nella Rhapsody in Blue, autentica bandiera a stelle e strisce immaginata come «un caleidoscopio musicale dell’America, col nostro miscuglio di razze, il nostro incomparabile brio nazionale, i nostri blues, la nostra pazzia metropolitana.»